EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Ci sono artisti che lasciano un’eredità fatta di opere, e altri che lasciano uno sguardo. Giorgio Forattini appartiene a questa seconda categoria: quella dei maestri che, con una sola vignetta, riuscivano a trasformare la cronaca in memoria collettiva. La sua scomparsa non è solo la perdita di un disegnatore geniale, ma la fine di un’epoca in cui la satira aveva ancora il coraggio di mordere, di graffiare, di interrogare il potere senza paura.
L’Italia di Forattini, specchio e caricatura
Chi, come me, ha attraversato gli anni Settanta e Ottanta leggendo i quotidiani, sa bene cosa significava aprire il giornale e trovare una vignetta di Forattini. Era un rito. Prima ancora di leggere le notizie, si cercava la sua matita. Perché in quella sintesi di segni e parole si nascondeva già la chiave per capire la giornata, per ridere e pensare allo stesso tempo. Ogni vignetta era una piccola lezione di libertà.
Forattini non risparmiava nessuno: presidenti, papi, capi di governo o leader sindacali. Li trasformava in personaggi di una commedia umana che attraversava la storia italiana. Andreotti, Craxi, D’Alema, Prodi, Veltroni, Bossi: tutti passati sotto la lente del suo tratto inconfondibile. Era ironico, talvolta feroce, ma mai banale. Anche quando colpiva duro, lo faceva per ricordarci che la satira è un atto d’amore verso la verità.
La libertà come dovere morale
Forattini non aveva padroni. Cambiò giornali, amicizie e frontiere, ma non cambiò mai la sua idea di libertà. “Non sono di sinistra né di destra. Sono un uomo libero”, amava dire. E in quella libertà risiedeva il suo valore più grande. Perché essere liberi, per lui, non era solo un diritto: era un dovere morale, un atto di responsabilità verso i lettori e verso se stessi.
Nei momenti più difficili della nostra storia recente – dal terrorismo alle stragi di mafia – seppe dare forma al dolore collettivo con immagini di rara intensità. Chi può dimenticare la Sicilia-coccodrillo in lacrime per Giovanni Falcone? O la sedia vuota sulla spiaggia dedicata a Leon Klinghoffer? In quei disegni c’era la pietà di un uomo che sapeva ridere del potere, ma non della sofferenza.
Il segno che continua a parlarci
La Fondazione Premio Antonio Biondi, che da anni promuove la libertà d’espressione e la cultura del dialogo, riconosce in Forattini un simbolo di quella stessa coerenza che animava Antonio Biondi: la ricerca della verità, anche quando è scomoda. Oggi, nel ricordarlo, non celebriamo solo un artista, ma un testimone.
Forattini ha insegnato a generazioni di italiani che si può dissentire con eleganza, colpire con un sorriso, raccontare il potere senza esserne prigionieri. Le sue vignette restano un patrimonio morale oltre che artistico, un invito a non rinunciare mai al pensiero critico, alla leggerezza e al coraggio.
L’ultima lezione
Nel mondo iperconnesso di oggi, dove tutto si consuma in un istante, la sua ironia resiste come un antidoto alla superficialità. Ogni vignetta di Forattini è un promemoria che ci ricorda quanto la libertà di espressione non sia mai conquistata per sempre.
Come Fondazione Premio Antonio Biondi continueremo a difendere e promuovere quella libertà che lui ha disegnato per tutti noi, con una matita e un sorriso.
“Si può ridere di tutto, ma non si può ridere senza pensare.”
Ecco l’eredità di Giorgio Forattini.
Luigi Canali
Novembre 2025 © Luigi Canali

Direttore responsabile Luigi Canali
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@
IBAN:
IT18I0529714801CC1030072196
BIC: BPFRIT3FXXX
editoriale in collaborazione con
Centro studi su innovazione,
comunicazione ed etica.
meno carta più ambiente, una scelta sostenibile
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@fondazionepremioantoniobiondi.it
Fondazione iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore - RUNTS Lazio
Privacy & Cookie Policy
© Fondazione Premio Antonio Biondi. Tutti i diritti sono riservati.
Credit grippiassociati ICT Creative