EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Il 5 Giugno 2018 si spegneva Pierre Carniti, figura chiave del sindacalismo italiano del secondo Novecento, nonché politico impegnato nella costruzione di un’idea di sinistra ispirata ai valori sociali del cristianesimo. A sette anni dalla sua scomparsa, il ricordo del suo impegno, della sua coerenza e della sua capacità di visione resta vivo nel dibattito italiano, soprattutto in un tempo in cui il lavoro e la dignità delle persone faticano a ritrovare spazio nell’agenda politica.
Una vita per il sindacato, dalla fabbrica alle trattative nazionali
Nato a Castelleone, in provincia di Cremona, nel 1936, Pierre Carniti entra giovanissimo nella CISL, il sindacato di ispirazione cristiana, dove costruisce un lungo percorso fatto di ascolto, lotta e mediazione. Dal 1974 al 1985 sarà Segretario Generale della confederazione portando la CISL verso una nuova stagione riformista, più attenta ai temi della giustizia sociale e dell’autonomia del sindacato dalla politica.
Nel suo operato ha saputo tenere insieme il rigore della contrattazione e l’apertura al dialogo con le altre sigle sindacali, in particolare con la CGIL, aprendo stagioni di unità sindacale e dimostrando una grande capacità di visione strategica anche nei momenti di forte conflitto sociale.
Un pensiero cristiano progressista, oltre gli steccati ideologici
Diversamente da molti altri esponenti del mondo cattolico italiano, Carniti ha sempre guardato con interesse alle dinamiche della sinistra, mantenendo però una visione autonoma, profondamente radicata nei valori del personalismo cristiano e della dottrina sociale della Chiesa. La sua esperienza è stata una delle più limpide testimonianze di come fede e impegno sociale possano convivere senza dogmi e senza imposizioni clericali.
La sua riflessione sul lavoro, sulla povertà, sulle disuguaglianze è sempre stata accompagnata da un forte senso della giustizia, lontano dalle retoriche ideologiche e più vicino alla concretezza dell’esperienza quotidiana dei lavoratori.
Dopo il sindacato, l’impegno nella sinistra e nelle istituzioni
Conclusa l’esperienza alla guida della CISL, Carniti entra in politica come esponente della sinistra socialista, contribuendo alla nascita del Movimento dei Cristiano Sociali nei primi anni Novanta, in un’Italia attraversata da Tangentopoli e dalla crisi dei partiti tradizionali. In questa fase, diventa un punto di riferimento per una nuova sinistra riformista, europeista e attenta ai valori della solidarietà.
Dal 1989 al 1999 è europarlamentare, eletto nelle liste del Partito Socialista Europeo, dove lavora con determinazione sui temi dell’occupazione e dei diritti sociali, anticipando molte delle attuali battaglie per un’Europa più equa.
Una lezione morale ancora attuale
La figura di Carniti si distingue per integrità e coerenza. Mai invischiato in scandali o compromessi, ha sempre anteposto i valori al potere. Il suo stile sobrio, mai gridato, ma sempre deciso, lo ha reso un punto di riferimento per intere generazioni di sindacalisti e amministratori locali, molti dei quali hanno trovato in lui un maestro silenzioso e un esempio di dedizione civile.
Il suo pensiero oggi, tra memoria e ispirazione
In un tempo in cui i sindacati faticano a trovare nuove forme di rappresentanza, e la politica spesso rincorre slogan più che idee, la figura di Pierre Carniti appare come un’eredità preziosa. Ricordarlo non significa solo celebrare il passato, ma rilanciare un’idea di impegno pubblico fondato sulla dignità, sul lavoro e sul dialogo.
Nel 2025, a sette anni dalla sua scomparsa, la voce di Carniti risuona come un richiamo alla responsabilità, alla sobrietà, ma anche al coraggio di proporre un cambiamento vero, non gridato ma costruito giorno dopo giorno.
Giugno 2025 © Luigi Canali
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