EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
L’insediamento di Papa Leone XIV non è stato solo un evento solenne per la Chiesa cattoli/a, ma anche un potente momento di incontro tra spiritualità e geopolitica. Dalla commozione del Pontefice nel ricevere l’Anello del Pescatore, al lungo applauso dei 200 mila fedeli in Piazza San Pietro, fino all’abbraccio con il fratello Louis, ogni istante ha raccontato un’umanità profonda. E tra i presenti, spiccava il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ricevuto con la moglie Olena dal Papa, in un colloquio simbolico dove le parole chiave sono state pace e giustizia.
L’abbraccio tra Roma e Kiev, il Papa e Zelensky si incontrano
Nel cuore della cerimonia di insediamento, Papa Leone XIV ha ricevuto Volodymyr Zelensky e Olena Zelenska in una cornice sobria ma significativa: l’“auletta” Paolo VI. Un gesto simbolico, tra pareti silenziose, in un tempo in cui i venti di guerra soffiano ancora forti. Il leader ucraino ha ringraziato il Pontefice per aver ricordato l’Ucraina nella sua omelia, parlando apertamente di una “pace giusta” come unica via. Zelensky ha poi condiviso via social il suo augurio per questa nuova missione papale, sottolineando la dignità che ogni popolo merita.
Una liturgia aperta al mondo, tra simboli, citazioni e 250 mila fedeli
Dall’Agnello crocifisso simboleggiato nel pallio, fino all’immagine di San Pietro incisa sull’Anello del Pescatore, tutto nella cerimonia ha parlato con il linguaggio dei simboli. Ma Leone XIV ha scelto anche le parole, potenti e intense: ha citato Sant’Agostino, di cui si dichiara figlio spirituale, e Leone XIII, da cui ha tratto il nome. Il motto “in Illo uno unum”, tratto dagli scritti agostiniani, risuona come programma del nuovo pontificato: unire nella diversità, costruire ponti, non muri.
Il Papa della fraternità, tra citazioni evangeliche e aperture ecumeniche
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore!”, ha proclamato Leone XIV nel cuore dell’omelia, facendo vibrare la piazza. Ma non si è fermato lì: ha rivolto il suo appello a tutte le confessioni religiose, dai rappresentanti ebrei ai patriarchi ortodossi, dai leader cristiani protestanti ai movimenti pentecostali. In tutto erano presenti 38 delegazioni ecumeniche e 15 rappresentanti del mondo ebraico. “Camminiamo insieme”, ha detto, auspicando una comunione che non cancella le identità, ma le valorizza nella condivisione.
La folla globale tra selfie e rosari, il nuovo volto della devozione
Tra applausi, selfie, bandiere e canti, Piazza San Pietro ha offerto uno spettacolo di fede e umanità. C’erano scout, suore, famiglie, e gruppi dalle più disparate nazioni. Alcuni pregavano in silenzio con il rosario, altri immortalavano ogni istante con lo smartphone. La papamobile ha attraversato via della Conciliazione mentre i fedeli correvano da un lato all’altro cercando uno sguardo, un gesto, una benedizione. In questa commistione di devozione e digitalità si è rivelata l’universalità della Chiesa nel XXI secolo.
Una missione oltre le mura vaticane, tra preghiere e diplomazia globale
Il pontificato di Papa Leone XIV si apre sotto il segno del dialogo e della riconciliazione. Le sue prime parole da Papa sono state di servizio e umiltà: “Sono stato scelto senza alcun merito”, ha detto, e ha ricordato che Pietro non è un capo, ma un servo. Nei prossimi giorni potrebbe incontrare anche JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti. Il suo abbraccio con il fratello Louis e l’omaggio del leader americano sulla tomba di Papa Francesco compongono una cornice in cui la politica si fa incontro umano, e la fede diventa proposta di pace.
19 Maggio 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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