EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
L’Europa unita deve molto alla visione politica di Alcide De Gasperi, considerato uno dei suoi padri fondatori. Il suo contributo fu determinante nella costruzione di un modello politico basato sulla cooperazione tra le nazioni, nel solco di un cattolicesimo moderno e profondamente democratico. Robert Schuman lo descrisse con parole emblematiche: "La vita religiosa, la democrazia, l’Italia e l’Europa erano per lui dei postulati di una fede profonda e indefettibile". Una visione che De Gasperi tradusse in azioni concrete, con il costante impegno per la stabilità politica e la crescita dell’Italia all’interno del contesto europeo.
Un’idea di Europa fondata su valori comuni
Nel dicembre del 1951, in un celebre discorso a Strasburgo, De Gasperi mise in guardia dal rischio che l’integrazione europea rimanesse un progetto burocratico privo di un’anima politica. Egli sosteneva che se l’Europa si fosse limitata a costruire mere strutture amministrative, senza una volontà politica comune, avrebbe potuto apparire come un’entità fredda e priva di vitalità, incapace di appassionare i cittadini. Il timore espresso allora si riflette ancora oggi nelle sfide affrontate dall’Unione Europea, con il rischio di derive nazionalistiche che minano il progetto di coesione continentale.
Dalle radici austro-ungariche alla politica italiana
Nato nel 1881 a Pieve Tesino, in Trentino, all’epoca parte dell’Impero austro-ungarico, De Gasperi studiò a Vienna, dove partecipò alla fondazione dell’Unione politica popolare del Trentino, un movimento di ispirazione cristiana. Nel 1911 divenne deputato nel Parlamento di Vienna, rappresentando gli interessi delle comunità italiane. Con il passaggio del Trentino all’Italia dopo la Prima Guerra mondiale, aderì al Partito Popolare Italiano, fondato da Don Luigi Sturzo. Eletto deputato nel 1921, affrontò le sfide del periodo fascista, subendo un anno di carcere e trovando rifugio lavorativo nella Biblioteca Vaticana.
La rinascita politica e il ruolo nella nuova Italia
Con la caduta del fascismo, De Gasperi giocò un ruolo centrale nella rifondazione della politica italiana. Divenne leader della Democrazia Cristiana e, dal 1945 al 1953, fu presidente del Consiglio ininterrottamente. Guidò l’Italia nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica, contribuendo alla stesura della Costituzione repubblicana e avviando una politica economica che pose le basi per il successivo boom industriale. Il suo pragmatismo lo portò a collaborare con forze politiche diverse per garantire stabilità al Paese.
Promotore dell’integrazione europea
Convinto europeista, De Gasperi fu tra i principali artefici della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), firmata nel 1951, che pose le basi dell’attuale Unione Europea. Egli vide nell’integrazione economica un mezzo per consolidare la pace tra le nazioni europee, un obiettivo essenziale nel contesto della Guerra Fredda. Nel 1952 tentò, senza successo, di promuovere una Comunità Europea di Difesa che avrebbe rafforzato ulteriormente i legami tra gli stati membri. Nel 1954, poco prima della sua morte, ricoprì la carica di presidente dell’Assemblea parlamentare della CECA.
Un’eredità politica ancora attuale
Il pensiero e l’azione politica di De Gasperi continuano a essere un riferimento per l’Europa contemporanea. Assieme a figure come Robert Schuman, Jean Monnet, Konrad Adenauer e Altiero Spinelli, egli viene ricordato tra i padri dell’integrazione europea. La sua visione, che combinava la ricostruzione economica con una forte identità europea, rappresenta ancora oggi un modello per chi crede in un’Europa unita, fondata su valori comuni e su una politica capace di superare le barriere nazionali.
06 Marzo 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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