EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Dico alle mie nipoti, attente fate la guardia, perché le conquiste non sono mai definitive

Una storia di resistenza e lotta per la parità di genere rivive in teatro con: La Gabriella e le ragazze.

Dico alle mie nipoti, attente fate la guardia, perché le conquiste non sono mai definitive

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Lo spettacolo teatrale su Tina Anselmi celebra la sua eredità politica e il valore della democrazia.

Tina Anselmi, figura emblematica della storia italiana, ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti delle donne e per la democrazia. Prima donna ministra della Repubblica, fu tra le protagoniste del cambiamento sociale del Paese, promuovendo leggi fondamentali per la parità di genere. Il suo impegno, attuale più che mai, rivive oggi attraverso lo spettacolo "La Gabriella e le ragazze, storie di Tina Anselmi", un’opera che racconta la sua eredità e il suo impatto sulla società italiana.

Il teatro omaggia Tina Anselmi con uno spettacolo emozionante

Alla vigilia della Giornata internazionale della donna, il 7 marzo, il Teatro Camploy di Verona ospiterà la prima nazionale di "La Gabriella e le ragazze, storie di Tina Anselmi". Lo spettacolo, prodotto da Fondazione Aida e diretto da Anna Tringali e Giacomo Rossetto, porta in scena il percorso umano e politico di Anselmi attraverso il racconto di due operaie. Il titolo stesso richiama il nome di battaglia che la giovane Tina adottò nei suoi anni di staffetta partigiana.

L’opera si sviluppa in una notte di dicembre del 1977, offrendo una narrazione intima che mescola storia e vita quotidiana. Il drammaturgo Simone Dini Gandini, neo co-direttore artistico di Fondazione Aida, ha curato il testo evidenziando la connessione tra la grande Storia e la realtà delle donne comuni. Le protagoniste, Lina e Irene, impersonate da Eliana Crestani e Benedetta Conte, affrontano le difficoltà del mondo del lavoro e della condizione femminile con determinazione e coraggio.

Una vita dedicata alla lotta per la democrazia e i diritti

L’esperienza che cambiò per sempre la vita di Tina Anselmi avvenne il 26 settembre 1944. Quel giorno, costretta dai fascisti ad assistere all’impiccagione di trentuno giovani lungo il viale alberato di Bassano del Grappa, prese la decisione di lottare per la libertà e la giustizia. Da quel momento, il suo impegno non conobbe soste: prima come staffetta partigiana, poi nel sindacato e infine nelle istituzioni, dove nel 1976 divenne la prima donna ministra in Italia.

Nel suo mandato al Dicastero del Lavoro e della Previdenza Sociale, e successivamente alla Sanità, si batté per la parità salariale e i diritti delle lavoratrici. Fu sempre in prima linea contro le discriminazioni di genere e a favore di una società più equa e giusta. Il suo operato ha lasciato un’impronta indelebile nella storia politica italiana.

Un palcoscenico per riflettere sui diritti delle donne

Lo spettacolo si inserisce nel programma "Il potere delle donne - 8 marzo 2025", promosso dall’Assessorato alla parità di genere del Comune di Verona. La scenografia, curata da Luca Zanolli, riproduce una filanda con gomitoli giganti e fili da sbrogliare, un chiaro riferimento alle complesse questioni legislative legate ai diritti delle donne.

Lina, una delle due protagoniste, è una sindacalista dal carattere forte ma con un passato doloroso risalente agli anni della seconda guerra mondiale. Irene, invece, è una giovane donna intrappolata in un matrimonio con un uomo violento e senza possibilità economiche per costruire una vita indipendente. La narrazione intreccia le loro storie con la figura di Tina Anselmi, che rappresenta un faro di speranza e determinazione per entrambe.

Il valore della democrazia nelle parole di Tina Anselmi

Oltre alla sua azione concreta, Tina Anselmi ha lasciato un’eredità fatta di pensieri profondi sulla democrazia e sui diritti umani. Le sue parole, pronunciate decenni fa, risuonano ancora con forza nel presente: "La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile. Una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace".

L’attualità di queste parole dimostra quanto il messaggio di Tina Anselmi sia ancora vivo e necessario. La sua lotta non si è conclusa con la sua scomparsa, ma continua ogni giorno nelle battaglie di tutte le donne che chiedono equità e rispetto.

Un’eredità da custodire e tramandare

La storia di Tina Anselmi è un monito per le nuove generazioni: i diritti conquistati non sono mai garantiti per sempre, ma vanno difesi e rafforzati. "La Gabriella e le ragazze, storie di Tina Anselmi" non è solo uno spettacolo teatrale, ma un’occasione di riflessione su quanto ancora c’è da fare per raggiungere una vera parità di genere.

Il teatro si fa così strumento di memoria e consapevolezza, ricordandoci che la storia delle donne, così come quella della democrazia, è fatta di battaglie quotidiane che non possono essere dimenticate.


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03 Marzo 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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