EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

San Camillo e Spallanzani, il futuro dei trapianti comincia da Roma

Tre sale operatorie, 29 posti letto e un sistema audio-video unico in Europa per il nuovo Polo Trapianti del San Camillo

San Camillo e Spallanzani, il futuro dei trapianti comincia da Roma

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San Camillo e Spallanzani insieme per una sanità che guarda al futuro, dove tecnologia e solidarietà si incontrano a Roma

C’è un luogo a Roma dove l’innovazione tecnologica incontra la solidarietà, dove la precisione della chirurgia si unisce alla forza della vita che rinasce. È il nuovo Polo Interaziendale Trapianti del San Camillo Forlanini e dello Spallanzani, che dopo diciotto anni di attività entra in una fase completamente nuova. Tre sale operatorie di ultima generazione, un reparto di terapia subintensiva con 29 posti letto e sistemi di pressione controllata: non è solo un ampliamento, ma la costruzione di un modello di sanità che guarda avanti.

Un investimento che parla di futuro

Il trasferimento delle attività operatorie al sesto piano del Padiglione Puddu non è un semplice trasloco, ma il simbolo di un investimento sul futuro. Con un finanziamento complessivo di circa quattro milioni di euro, il nuovo polo rappresenta uno dei più importanti interventi di modernizzazione della sanità pubblica nel Lazio. Ogni dettaglio, dai materiali impiegati alle apparecchiature di ultima generazione, è pensato per garantire la massima sicurezza e ridurre i tempi di degenza. Un progetto concreto che trasforma la tecnologia in strumento di cura.

L’innovazione al servizio della vita

Tra le novità più sorprendenti c’è un sistema multimediale integrato audio-video, unico in Europa, capace di collegare in tempo reale le sale operatorie con altre strutture o centri di formazione. Significa poter condividere interventi complessi, creare sinergie tra equipe e offrire ai giovani medici un’esperienza formativa diretta, senza barriere. È la dimostrazione che la tecnologia, quando ben usata, non allontana l’uomo dalla medicina ma lo avvicina al sapere.

Numeri che raccontano una rinascita

Solo nei primi tre mesi di attività, da agosto a ottobre 2025, il nuovo POIT ha registrato 187 interventi oncologici, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Anche i trapianti di fegato e di rene sono tornati a pieno regime, garantendo la continuità dei servizi senza rallentamenti. Dietro questi numeri ci sono storie di persone che hanno ritrovato una possibilità, famiglie che hanno visto i propri cari tornare a vivere, operatori che ogni giorno scelgono di restare in corsia nonostante le difficoltà.

Un ospedale pensato per le persone

Per il Direttore Generale Angelo Aliquò, modernizzare significa molto più che rinnovare impianti e strutture. Significa creare un ambiente che accolga, che riduca i consumi e migliori la qualità della vita di chi lavora e di chi si cura. “Per noi l’accoglienza è parte della cura”, afferma, ricordando che la tecnologia è utile solo se al centro resta la persona. E al San Camillo Forlanini questo principio non è uno slogan, ma una scelta quotidiana.

La forza della sinergia e il valore della donazione

Per il prof. Giuseppe Maria Ettorre, responsabile del POIT, la collaborazione tra San Camillo e Spallanzani è la chiave del successo: due eccellenze diverse che insieme garantiscono un percorso di sicurezza e qualità per pazienti oncologici e trapiantati. Ma nessuna tecnologia, per quanto avanzata, avrebbe senso senza la generosità delle famiglie che scelgono la donazione degli organi. È in quel gesto silenzioso che nasce la possibilità di salvare un’altra vita: il vero cuore di questo progetto.


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06 Novembre 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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