EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Sabaudia e De Vitis: una storia infinita

Superare il giro di boa del secolo, resistere per continuare ad esistere e rappresentare ancora quell’eccellenza artigianale che ne aveva decretato il successo.

Sabaudia e De Vitis: una storia infinita

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Una navigazione lunga, difficile negli anni che precedono l’affermazione, anni bui forieri di guerra, e poi affrontare quel mare in burrasca di una concorrenza che si affacciava aggressiva e correva inesorabile su quella rete invisibile alla quale ormai siamo tutti intrinsecamente legati e, forse, prigionieri.

È dal 1934 che la gioielleria De Vitis di Sabaudia continua la sua attività: prodotti di alta oreficeria e prodotti alla portata di tutti, ma tutte creazioni frutto della passione e delle intuizioni evidentemente trasmesse di generazione in generazione attraverso il Dna del fondatore Vito Antonio De Vitis.

La gioielleria De Vitis nella Sabaudia che solo per caso e caparbietà di un assessore che ignorando l’invito a cambiare nome ha vinto sull’apatia del ministero e mantenuto il nome originale, chiaro riferimento alla Casa Sabauda, continua ad essere protagonista, fornendo quell’elemento indispensabile a tutte le coppie che decidono di avviare quel percorso di vita in comune.

Era il 5 agosto 1933 quando venne posata la prima pietra di Sabaudia.

La nuova città venne inaugurata a distanza di pochissimi mesi, il 15 aprile 1934. Il concorso per il piano urbanistico di fondazione fu vinto dal gruppo dell’architetto e urbanista Piccinato con gli architetti Cancellotti, Montuori e Scalpelli che la trasformarono in una delle massime espressioni del razionalismo italiano in architettura.

Fu pochi mesi dopo l’inaugurazione di Sabaudia che la famiglia De Vitis aprì la propria attività nel cuore della città di Fondazione, proprio al centro di piazza del Popolo, oggi piazza del Comune.

Fu Vito Antonio De Vitis, che veniva chiamato “l’artista dell’oro” per le sue grandi doti di incisore, che arrivò per primo a Sabaudia, da Palena (Chieti), nel 1933, già figlio di un’antica tradizione familiare di orafi.

Aprì la sua prima attività a San Donato come riparatore di orologi, prima di trasferirsi a Sabaudia in un negozio vicino alla Chiesa e, infine, in piazza del Comune.
Un’attività storica, fra le più antiche della città pontina, caratterizzata negli anni da passione e competenza.

Una prestigiosa tradizione familiare che nel tempo ha permesso di soddisfare generazioni di clienti che hanno trovato nella Gioielleria De Vitis un punto di riferimento imprescindibile per l’orologeria e i gioielli più selezionati.

Nel 1993 è la figlia di Osvaldo, Elda, a prendere le redini della gioielleria proseguendo l’attività di famiglia sul solco tracciato dal papà e dal nonno, raccogliendo la loro eredità.
Nel 2024 la città di Sabaudia celebrerà i suoi 90 anni di vita.

Sarà poco dopo questo importante traguardo cittadino che la Gioielleria De Vitis festeggerà i suoi 90 anni di storia, nel prossimo 2026.

Una storia italiana, in un Paese fortemente contraddistinto da importanti tradizioni artigiane e imprenditoriali che compongono il tessuto sociale e produttivo nazionale e che sono diventate nel tempo non solo un punto di riferimento per i propri clienti ma anche per l’intera comunità. In ogni piazza e strada ci sono attività che hanno rappresentato negli anni un punto di riferimento anche geografico per le persone, perché un angolo di un palazzo, un portico, una piazza e un vicoletto non sarebbero gli stessi senza quell’insegna storica stagliata sul muro che sembra quasi rasserenare i passanti dopo molti lustri... come a voler cadenzare l’incessante incedere del tempo. Dal 1936 De Vitis è paesaggio cittadino, bussola nella toponomastica ma anche nella memoria storica di una comunità. Riuscire a rimanere aperti al pubblico per 90 anni, travalicando le generazioni e le singole esistenze, denota grande resilienza... quella forza sottile ma tenace che fa superare ogni genere di ostacolo, senza soluzione di continuità.

Insomma, la storia dei De Vitis e quindi di Sabaudia si riassume in una semplice e frase colma di storia e passione: “Siamo venuti per le fedi, perché qui da voi le hanno fatte i nostri genitori e prima di loro i nostri nonni”.


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13 Dicembre 2023 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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