EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Gli influencer, quei venditori di sogni con filtro bellezza attivato

Follower comprati e vite filtrate, il lato nascosto del mondo degli influencer.

Gli influencer, quei venditori di sogni con filtro bellezza attivato

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La realtà dietro i social, gli influencer sono davvero così perfetti?

Una volta i bambini volevano diventare astronauti, medici o rockstar. Oggi? Influencer. Sì, perché sembra che non ci sia niente di meglio che fare i soldi pubblicizzando creme anticellulite che probabilmente non usi, bevande detox che sanno di prato tagliato e sneakers che indossi solo per fare i selfie. Ma dietro la facciata dorata degli influencer, c’è una realtà ben diversa: un mondo dove i follower sono spesso comprati, la vita è filtrata (letteralmente) e il denaro facile non è poi così facile.

Segni particolari: bellissimi o niente

Diciamolo: per essere influencer devi avere almeno due requisiti fondamentali. Primo, una bellezza che sfida le leggi della genetica (e a volte anche quelle della chirurgia estetica). Secondo, un account Instagram che sembra uscito da una rivista di moda. Se non sei fotogenico, non disperare: potresti sempre diventare il "tipo simpatico", ma solo se sei davvero bravo a far ridere. Altrimenti, il mercato degli influencer non fa per te.

Una vita perfetta (fino a che non spegni il telefono)

Gli influencer vendono sogni: vacanze in resort esclusivi, armadi pieni di vestiti firmati e cene a base di avocado toast in locali che tu non potresti permetterti nemmeno vendendo un rene. Ma quanto è reale questa perfezione? Poco, perché spesso dietro ogni post c’è un lavoro estenuante fatto di foto rifatte mille volte, ore di editing e sorrisi forzati. Anche i follower sono spesso "creazioni artistiche": molti di loro sono comprati, falsi o disinteressati. Insomma, quella "community affiatata" che ti invidia potrebbe essere composta per metà da bot russi.

Molti soldi facili? mica tanto

Le aziende sponsor pagano davvero gli influencer? La risposta è sì, ma solo se sei nei piani alti della piramide. I big del settore incassano cifre da capogiro, ma la maggior parte degli aspiranti influencer lavora gratis o quasi. "Ti paghiamo in visibilità" è la frase preferita dai brand per giustificare compensi ridicoli, e alla fine la visibilità non paga l’affitto. Anche chi guadagna bene deve continuamente dimostrare la propria utilità, tra tabelle di engagement, like e click che, sorpresa, non sempre corrispondono alle vendite reali.

Follower comprati, sponsor ingannati

Il problema principale del mondo degli influencer è che è costruito su numeri gonfiati. Avere 100.000 follower non significa che ci siano 100.000 persone reali interessate ai tuoi contenuti. Le aziende, però, continuano a investire, convinte che una foto con il prodotto giusto possa trasformarsi in vendite. Spoiler: non è sempre così. E se gli sponsor iniziano a capire che molti influencer sono solo bolle pronte a scoppiare, forse la festa potrebbe finire.

Il lato serio della questione

Ironia a parte, essere influencer non è una professione facile. Dietro le foto perfette c’è un lavoro continuo di marketing, strategia e costruzione di un’immagine. Ma c’è un problema di fondo: in un mondo dove apparire è più importante che essere, i giovani rischiano di inseguire un sogno che si basa su falsi miti. Essere famosi su Instagram non significa essere realizzati nella vita, e forse è il caso di ricordarlo ogni tanto.

Conclusione

Gli influencer sono il simbolo di una generazione che vive di like e filtri. Sono venditori di sogni, ma spesso sono i primi a vivere in un’illusione. La prossima volta che invidiate la loro "vita perfetta", ricordatevi che, dietro il sorriso, potrebbero esserci notti insonni passate a rispondere a commenti o a calcolare l’engagement per non perdere lo sponsor. Alla fine, forse, essere astronauta era meno stressante.


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17 Dicembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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