EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

La povertà in Italia, un circolo vizioso

Strategie di contrasto alla povertà

La povertà in Italia, un circolo vizioso

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L’Impatto psicologico della povertà

Un recente editoriale del quotidiano l’Avvenire ha acceso un dibattito sul tema della povertà, affermando che "la povertà si eredita" molto più della ricchezza. Questo argomento è stato ulteriormente esplorato nel rapporto Caritas del 2022, che ha evidenziato come il 59% delle persone povere oggi sia cresciuto in famiglie povere, percentuale che sale al 66% nel Sud Italia. Questo fenomeno dimostra la rottura dell’ascensore sociale, con il 48% delle persone povere e con basso livello di istruzione che vive in condizioni peggiori rispetto ai genitori.

Le variabili della povertà e il dibattito accademico

Il dibattito sulla povertà tra gli accademici è acceso. L’ultimo rapporto annuale dell’Istat fornisce una fotografia della situazione in Italia, dove 8,5 milioni di famiglie vivono in condizioni di povertà, con un aumento di 200.000 unità rispetto al 2022. Anche il numero di individui poveri è cresciuto, raggiungendo i 9,8 milioni. Tuttavia, la definizione stessa di povertà è oggetto di dibattito: alcuni sostengono che dovrebbe essere basata sui redditi, altri sui consumi, e c’è chi propone di considerare la povertà in termini assoluti piuttosto che relativi.

Eurostat e l’indice di deprivazione materiale

Eurostat ha scelto di misurare la povertà e l’esclusione sociale utilizzando anche indicatori di deprivazione materiale, un metodo che cerca di andare oltre le misure relative e permettere confronti internazionali. Questo approccio ha evidenziato l’impatto della grande recessione del 2007-2008 sul tenore di vita delle famiglie. Secondo l’Istat, nel 2023, il numero di famiglie povere in Italia è aumentato, con quasi un italiano su sei che vive in condizioni di povertà.

L’impatto della fine del reddito di cittadinanza

Il 2023 ha visto l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, sostituito dalla "Misura di inclusione attiva". Questa nuova misura ha diviso i beneficiari in due gruppi: famiglie senza persone occupabili e famiglie con persone occupabili. Questi ultimi, stimati in 400.000 nuclei familiari, hanno beneficiato di aiuti per un periodo limitato e con importi ridotti rispetto al precedente Reddito di Cittadinanza.

L’inflazione e la crescita della povertà

Secondo il professor Massimo Baldini, la povertà assoluta è stimata sulla base della spesa per consumi delle famiglie. Nel 2023, la spesa media delle famiglie italiane è aumentata del 3,9%, ma non è stata sufficiente a compensare l’inflazione del 5,9%, causando una riduzione della spesa in termini reali. Questo ha portato a un raddoppio del numero di famiglie povere nel Nord Italia rispetto a dieci anni fa, mentre nel Sud l’incidenza della povertà, sebbene ancora maggiore, è aumentata in misura minore.

Le cause della crescita della povertà al nord

Diversi fattori spiegano il trasferimento della povertà verso il Nord. La presenza maggiore di famiglie di immigrati, che hanno tassi di povertà più elevati, e le misure di contrasto alla povertà che risultano più efficaci al Sud a causa del costo della vita inferiore, sono tra le ragioni principali. Inoltre, la crescita limitata dei salari al Nord, nonostante le maggiori opportunità di lavoro, ha contribuito all’aumento del fenomeno dei lavoratori poveri.

Le sfide del futuro

In un contesto di crescenti disuguaglianze, l’ascensore sociale sembra bloccato, con un welfare che, invece di ridurre le differenze, le accentua. È cruciale per l’Italia affrontare queste sfide e trovare soluzioni che permettano una vera mobilità sociale e una riduzione delle disuguaglianze economiche.


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24 Maggio 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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