EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

L’Italia nel 2024, tra cambiamenti globali e sindrome della medietà

Giovani, sfide globali e il peso di un welfare sempre meno efficace.

L’Italia nel 2024, tra cambiamenti globali e sindrome della medietà

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Stagnazione economica e crisi dei valori, il futuro italiano da ridefinire.

Il 2024 per l’Italia si presenta come un anno di contrasti e record, in un contesto globale sempre più turbolento. La guerra in Europa e in Medio Oriente, la crisi climatica, le tensioni economiche e l’instabilità geopolitica influenzano il discorso pubblico e la percezione del futuro. In questa cornice, l’Italia mostra un quadro complesso: picchi in occupazione e turismo si affiancano a record negativi come denatalità e debito pubblico, evidenziando una stagnazione sociale ed economica che sembra intrappolare il Paese in una “sindrome della medietà”.

Una crescita sempre più lenta

Dagli anni ’60 al 2023, la crescita economica italiana ha subito un progressivo rallentamento. Se tra il 1963 e il 1983 il PIL raddoppiava (+117,1%), tra il 2003 e il 2023 l’incremento è stato solo del 5,8%. Allo stesso tempo, il reddito pro-capite è aumentato appena del 3%, mentre la ricchezza netta delle famiglie è calata del 5,5% negli ultimi dieci anni. Questi numeri segnalano un’erosione della spinta propulsiva verso il benessere, alimentando un senso di disillusione diffuso.

Le nuove sfide identitarie

Oltre alla stagnazione economica, l’Italia affronta una crisi dei valori unificanti. La democrazia, l’europeismo e l’atlantismo, pilastri del passato, sono sempre più messi in discussione. Con un’astensione record alle elezioni europee del 2024 (51,7%), il 68,5% degli italiani considera le democrazie occidentali inefficaci, mentre il 71,4% vede l’Unione Europea come un sistema destinato a collassare. Questa sfiducia alimenta il fenomeno dell’antioccidentalismo, con il 66,3% che attribuisce all’Occidente la responsabilità delle guerre in Ucraina e Medio Oriente.

Un welfare in difficoltà

La crisi del welfare italiano aggrava ulteriormente il disagio sociale. Negli ultimi dieci anni, la spesa sanitaria privata è aumentata del 23%, mentre il 62,1% degli italiani ha rinviato cure mediche per liste d’attesa lunghe o costi elevati. Anche le prospettive previdenziali sono fosche: il 75,7% ritiene che la pensione non sarà sufficiente, una paura condivisa dall’89,8% dei giovani.

Giovani, tra sfide e opportunità

Le nuove generazioni affrontano un mondo pieno di incertezze. Il 58,1% dei giovani si sente fragile, e il 51,8% dichiara di soffrire di ansia o depressione. Tuttavia, non mancano esempi di resilienza: il numero di laureati tra i giovani occupati è in crescita (+14% dal 2019), e le start-up innovative guidate da under 35 sono oltre 2.200.

Una strada da ridefinire

L’Italia del 2024 si trova a un bivio: intrappolata in una stagnazione che minaccia la coesione sociale, deve affrontare con urgenza le sfide globali e interne. La capacità di reinventarsi, puntando su innovazione, educazione e inclusione, potrebbe essere la chiave per rompere il ciclo della “sindrome della medietà” e costruire un futuro più equo e sostenibile.


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09 Dicembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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