EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
L’intelligenza artificiale (IA) suscita timori e speranze, tra scenari distopici e opportunità straordinarie. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, si oppone fermamente all’algofobia, la paura degli algoritmi, e invita a evitare visioni apocalittiche legate alla tecnologia. Secondo l’arcivescovo, il vero pericolo non risiede nelle macchine, ma negli esseri umani che le programmano e decidono il loro utilizzo.
L’uomo al centro del progresso tecnologico
"La IA non decide autonomamente; siamo noi a istruirla", sottolinea Monsignor Paglia. Questo aspetto rende cruciale il dibattito etico e sociale sulle implicazioni dell’IA. La sfida principale è eliminare bias e pregiudizi che potrebbero distorcere le sue applicazioni. Da questo punto di vista, è fondamentale guidare il progresso tecnologico, garantendo che sia l’uomo a mantenere il controllo decisionale.
L’IA come strumento, non sostituto
Pur riconoscendo i benefici dell’IA in campi come la sanità e il controllo fiscale, Monsignor Paglia esclude scenari in cui le macchine possano sostituire il giudizio umano o addirittura offrire un conforto spirituale. "La religione cristiana si basa sul contatto vivo tra le persone", afferma, ribadendo l’irrinunciabilità della relazione umana anche nel mondo digitale.
Etica e roboetica, oltre la tecnologia
Monsignor Paglia richiama l’attenzione sull’importanza della riflessione etica per orientare le straordinarie possibilità offerte dalla tecnologia. Ricorda come la Pontificia Accademia per la Vita abbia già affrontato temi come la roboetica, sottolineando che non tutte le innovazioni sono lecite o percorribili. La partecipazione della società civile è essenziale per garantire che i benefici del progresso siano equamente distribuiti e che nessuno diventi vittima della tecnologia.
L’umanità davanti alla tecnologia
Riprendendo le parole di Papa Francesco, Monsignor Paglia evidenzia la necessità di mantenere uno spazio di controllo umano significativo. "Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza se delegassimo interamente alle macchine il potere decisionale". Il progresso, quindi, deve essere guidato da principi che tutelino la dignità umana e il Bene Comune.
Ritrovare il cuore dell’umanità
Più che l’IA, Monsignor Paglia teme l’assuefazione alla violenza e ai conflitti globali. Invita a uno "scatto di umanità", necessario per contrastare la frammentazione della società e costruire una fraternità universale. Solo attraverso questa visione, il progresso tecnologico potrà veramente essere al servizio dell’uomo e non viceversa.
20 Novembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@
IBAN:
IT18I0529714801CC1030072196
BIC: BPFRIT3FXXX
editoriale in collaborazione con
Centro studi su innovazione,
comunicazione ed etica.
meno carta più ambiente, una scelta sostenibile
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@fondazionepremioantoniobiondi.it
Fondazione iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore - RUNTS Lazio
Privacy & Cookie Policy refUrl GDPR
© Fondazione Premio Antonio Biondi. Tutti i diritti sono riservati.
Credit grippiassociati ICT Creative