EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Falcone e Borsellino, per non dimenticare

Come Falcone e Borsellino hanno plasmato la lotta contro la criminalità organizzata in Italia.

Falcone e Borsellino, per non dimenticare

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La storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rappresenta un capitolo fondamentale nella lotta contro la mafia, non solo per l’Italia ma per tutto il mondo che osserva gli sforzi di un paese contro la criminalità organizzata. Questi due magistrati, nati e cresciuti nella stessa città e diventati simboli del coraggio civile, hanno condiviso non solo un’amicizia, ma anche un destino tragico, tessuto di integrità e di dedizione alla giustizia.

Giovanni Falcone, nato il 18 maggio 1939, e Paolo Borsellino, nato otto mesi dopo il 19 gennaio 1940, erano figli della Palermo borghese e colta, cresciuti nel quartiere storico della Kalsa. Amici fin dall’infanzia, condividevano giochi nei vicoli della loro città e, crescendo, un impegno sempre più marcato verso lo studio del diritto e la lotta alla criminalità organizzata.

Falcone e Borsellino, dopo aver frequentato lo stesso liceo e la stessa università, entrarono in magistratura quasi contemporaneamente, portando avanti con tenacia la loro battaglia contro la mafia. I loro metodi innovativi e la loro incessante ricerca della verità li posero ben presto al centro dell’attenzione, sia in ambito nazionale sia internazionale.

La vita di Falcone fu tragicamente interrotta il 23 maggio 1992, quando una bomba da cinque quintali di tritolo esplose sotto l’autostrada presso Capaci, uccidendolo insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta. Questo evento scosse profondamente l’Italia e il mondo intero, ma non fermò la missione antimafia, anzi rafforzò la determinazione di molti a continuare la lotta.

Paolo Borsellino, a meno di due mesi di distanza, il 19 luglio 1992, fu assassinato in un attentato simile a Palermo, insieme ai cinque agenti della sua scorta. L’attacco avvenne vicino alla casa della madre di Borsellino, in un tranquillo pomeriggio che si trasformò in un incubo per l’intera nazione.

Le morti di Falcone e Borsellino non solo evidenziarono la pericolosità e l’audacia della mafia, ma anche l’estrema necessità di una risposta decisa e coordinata da parte dello Stato. In seguito a questi eventi, la legislazione italiana subì importanti modifiche, con l’introduzione di leggi più severe contro la criminalità organizzata e la protezione rafforzata dei testimoni.

Questi uomini hanno lasciato un’eredità duratura che va oltre il loro sacrificio. Hanno ispirato una nuova generazione di magistrati, poliziotti, e cittadini comuni, determinati a non cedere al pizzo e alla violenza. Il loro ricordo vive nelle aule di giustizia, nelle scuole e nelle piazze, rinnovando ogni giorno l’impegno collettivo contro la mafia.

Ogni anno, l’anniversario delle loro morti viene commemorato in Italia come un momento di riflessione sulla legalità e sui valori di giustizia e coraggio che Falcone e Borsellino hanno incarnato. La loro storia è diventata un simbolo di resistenza contro l’oppressione e un monito a non dimenticare mai quanto sia prezioso il prezzo della libertà.


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23 Aprile 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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