EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Dal 1994 a oggi, l’Italia ha registrato quasi un milione di reati ambientali, con una media di uno ogni 18 minuti. Le ecomafie, organizzazioni criminali dedite allo sfruttamento illegale dell’ambiente, hanno generato un fatturato illecito stimato in quasi 260 miliardi di euro. A trent’anni dal primo rapporto “Ecomafia” di Legambiente, la conferenza nazionale “Ambiente e legalità: insieme per il futuro” ha fatto il punto su un fenomeno che continua a devastare il nostro territorio.
Ecomafie e reati ambientali, i numeri di un’emergenza
Le statistiche di Legambiente parlano chiaro: dal 1992 al 2023, in Italia sono stati accertati 902.356 reati ambientali. Le regioni a tradizionale presenza mafiosa, come Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, concentrano quasi il 46% di questi crimini. In cima alla classifica per numero di ecoreati c’è la Campania, con oltre 117.000 illeciti, seguita da Calabria e Sicilia. Anche il Nord Italia, però, non è immune: la Lombardia si distingue per il numero di reati nel ciclo illegale del cemento e dei rifiuti.
Un business da miliardi di euro
Le ecomafie operano in filiere come il cemento, i rifiuti e l’agroalimentare, accumulando un fatturato illecito di quasi 260 miliardi di euro in tre decenni. Solo nel ciclo del cemento, i reati ammontano a oltre 215.000, mentre nel ciclo dei rifiuti si registrano quasi 147.000 illeciti. Questi crimini non sono solo un attacco alla natura, ma anche alla salute pubblica, con discariche abusive e traffico di materiali tossici che contaminano terreni e falde acquifere.
La risposta delle istituzioni
Negli ultimi 30 anni, la collaborazione tra Legambiente, le forze dell’ordine e l’Arma dei Carabinieri ha prodotto risultati importanti. Dal 2002, sono state condotte 608 inchieste sui traffici illegali di rifiuti, con 3.424 arresti e il sequestro di oltre 60 milioni di tonnellate di materiali pericolosi. La legge sugli ecoreati, approvata nel 2015, ha fornito strumenti utili per colpire le organizzazioni criminali, ma la lotta è ancora lontana dalla fine.
L’educazione come arma contro le ecomafie
La conferenza “Ambiente e legalità” ha messo in evidenza l’importanza dell’educazione nella lotta alle ecomafie. Coinvolgere le scuole è fondamentale per creare una nuova generazione consapevole e attenta alla tutela ambientale. In questa direzione, Legambiente e l’Arma dei Carabinieri hanno promosso un concorso nazionale per sensibilizzare gli studenti su questi temi cruciali.
Un futuro di speranza e responsabilità
La battaglia contro le ecomafie non può fermarsi. Come ha ricordato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è essenziale approvare nuove norme per combattere crimini come l’agropirateria e l’abusivismo edilizio. Ma la vera svolta arriverà solo quando la tutela dell’ambiente sarà al centro delle scelte politiche e sociali, con il contributo di cittadini consapevoli e informati.
10 Dicembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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