EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Carlo Donat-Cattin, sindacalista e politico con una visione radicale del lavoro e della società

Ministro più volte, Carlo Donat-Cattin è ricordato per il suo impegno sindacale e per il contributo allo statuto dei lavoratori.

Carlo Donat-Cattin, sindacalista e politico con una visione radicale del lavoro e della società

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Tra conflitti sindacali e scelte politiche radicali, Carlo Donat-Cattin ha lasciato un’eredità che ancora oggi divide il dibattito pubblico.

Carlo Donat-Cattin è stato una figura di spicco nel panorama sindacale e politico italiano del Novecento. Nato il 26 giugno 1919 a Finale Ligure, il suo nome è legato alla fondazione della CISL, alla sua militanza nella Democrazia Cristiana e a un’idea di politica sociale orientata alla tutela dei lavoratori. Con un carattere forte e intransigente, si distinse per la sua avversione ai compromessi con gli industriali, guadagnandosi la reputazione di "falco" del sindacato. Il suo ruolo è stato centrale nella storia delle lotte sindacali e nelle trasformazioni politiche del dopoguerra italiano.

Dalla CISL alla Democrazia Cristiana, un percorso segnato dal lavoro e dall’impegno sociale

Nel 1950, Carlo Donat-Cattin contribuì alla nascita della CISL, il sindacato nato dalla scissione della CGIL guidata da Giulio Pastore. La sua azione sindacale si caratterizzò per una difesa intransigente dei diritti dei lavoratori, spesso in conflitto con gli industriali, in particolare con la famiglia Agnelli. Parallelamente, si avvicinò alla Democrazia Cristiana, di cui divenne consigliere comunale e provinciale a Torino. Il suo ingresso nella politica nazionale avvenne nel 1954 con l’ingresso nel consiglio nazionale della DC, ruolo che lo portò a essere eletto deputato nel 1958 e successivamente senatore nel 1979.

Il suo ruolo nei governi e la politica del lavoro

Carlo Donat-Cattin ricoprì numerosi incarichi governativi, segnando profondamente la politica economica e sociale italiana. Fu Ministro del lavoro e della previdenza sociale tra il 1969 e il 1972, periodo in cui contribuì all’elaborazione dello Statuto dei Lavoratori, una delle pietre miliari della legislazione italiana sui diritti sindacali. Successivamente, tra il 1974 e il 1978, fu Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, affrontando le delicate questioni della ristrutturazione industriale e dello sviluppo economico. Nel 1986, fu chiamato da Bettino Craxi a guidare il Ministero della Sanità, incarico durante il quale si trovò al centro di polemiche per l’aumento delle soglie di contaminazione dell’acqua da pesticidi.

Un uomo dalle scelte politiche controverse

La sua militanza politica fu caratterizzata da momenti di grande fermezza e scelte talvolta controverse. Negli anni ’70 sostenne un dialogo con il Partito Comunista Italiano, per poi allontanarsene con la politica del "preambolo" nel 1979, che puntava a escludere i comunisti dal governo. Il suo nome venne coinvolto in uno scandalo personale nel 1980, quando si scoprì che suo figlio Marco Donat-Cattin era un militante dell’organizzazione terroristica Prima Linea. Questo evento lo spinse a un temporaneo ritiro dalla politica, dal quale tornò solo nel 1986.

L’eredità di un politico radicale e intransigente

Negli ultimi anni della sua carriera, Carlo Donat-Cattin tornò a ricoprire ruoli di primo piano, concludendo la sua esperienza politica come Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel governo di Giulio Andreotti nel 1989. Qui, dimostrò ancora una volta la sua fermezza nei negoziati sindacali, arrivando persino ad abbandonare il tavolo delle trattative con la Confindustria quando si rese conto che le sue posizioni non erano accettate. Morì il 17 marzo 1991 a 71 anni, lasciando un’eredità politica e sindacale ancora oggi discussa e analizzata.

Un ricordo tra onori e polemiche

A distanza di anni, il nome di Carlo Donat-Cattin continua a suscitare dibattiti tra chi lo ricorda come un difensore incorruttibile dei diritti dei lavoratori e chi ne critica alcune scelte politiche. Nel 2014, il comune di Torino ha voluto rendergli omaggio intitolandogli il tunnel automobilistico di corso Mortara, un riconoscimento alla sua lunga militanza nella città che lo aveva visto protagonista.


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17 Marzo 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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