EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Negli ultimi decenni, un interessante fenomeno sta ridefinendo l’equilibrio politico nelle democrazie moderne. Le nuove generazioni mostrano un crescente divario ideologico tra uomini e donne, con le giovani donne sempre più orientate verso posizioni progressiste, mentre i giovani uomini tendono a spostarsi verso un maggiore conservatorismo. Questo divario, evidenziato da numerose ricerche, rappresenta un cambiamento significativo rispetto agli anni ’90.
Donne progressiste, uomini conservatori
Secondo un’analisi dell’Economist, nelle democrazie industrializzate, il 27% in più di donne della Generazione Z (tra i 18 e i 29 anni) si definisce “molto liberale” rispetto agli anni ’90. Per gli uomini, invece, l’aumento è limitato a un marginale 2%. Questo dato evidenzia un crescente "gap ideologico" tra i generi, con le giovani donne che guidano il cambiamento verso posizioni più progressiste.
In netto contrasto, uno studio del King’s College di Londra ha rivelato che un giovane uomo su quattro crede che la vita sia più difficile per gli uomini che per le donne. Inoltre, il 16% dei giovani uomini considera il femminismo dannoso per la società. Questi dati indicano una polarizzazione che si riflette non solo nelle opinioni politiche ma anche nei valori sociali.
Il femminismo come catalizzatore
La diffusione del femminismo, reso sempre più mainstream e accessibile, ha avuto un ruolo fondamentale in questo cambiamento. Grazie all’aumento dell’istruzione, della partecipazione al mondo del lavoro e delle campagne per la parità di genere, le donne si sentono più autorizzate a sostenere posizioni progressiste. D’altra parte, la stessa emancipazione femminile ha creato tensioni nei rapporti di genere. Forum online, blog e piattaforme che promuovono machismo e misoginia stanno guadagnando terreno, alimentando un senso di perdita di potere tra gli uomini che si oppongono al progresso femminile.
Come si è invertito il gap ideologico
Fino agli anni ’70, le donne tendevano a votare per i partiti conservatori. Tuttavia, già dagli anni ’80, il divario si è ridotto e, nei primi anni 2000, le donne hanno iniziato a rappresentare il gruppo più orientato a sinistra nelle democrazie industrializzate. Questo cambiamento, come spiegano Ronald Inglehart e Pippa Norris nel loro studio sulla teoria dello sviluppo del gender gap, è il risultato di un lungo processo legato alla modernizzazione sociale e culturale.
Il ruolo degli algoritmi e delle bolle social
Un altro elemento cruciale nella polarizzazione ideologica è rappresentato dai social media e dai loro algoritmi. Questi strumenti tendono a targettizzare gli utenti, esponendoli a contenuti che rafforzano le loro convinzioni. Questo fenomeno non solo consolida le posizioni politiche ma contribuisce ad ampliare il divario tra i generi. Nel frattempo, i politici di estrema destra sfruttano queste divisioni per consolidare il proprio elettorato.
Conseguenze politiche e relazionali
Le implicazioni di questo fenomeno sono ancora in evoluzione. Mentre alcuni analisti, come l’Atlantic, ritengono prematuro trarre conclusioni definitive, altri, come John Burn-Murdoch del Financial Times, avvertono che il crescente gap ideologico potrebbe influenzare non solo i risultati elettorali ma anche le dinamiche relazionali tra uomini e donne. Questo fenomeno sembra destinato a lasciare un’impronta duratura sulle società future.
29 Gennaio 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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