EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Dal 2025, una nuova svolta digitale rivoluzionerà l’accesso ai farmaci di fascia C, ovvero quelli a carico del cittadino per i quali è necessaria una prescrizione medica. La ricetta bianca in formato cartaceo, da sempre indispensabile e a tratti illeggibile, sarà infatti sostituita da una versione telematica, che permetterà ai pazienti di ricevere le prescrizioni direttamente tramite email o WhatsApp. La misura, prevista dal governo nell’articolo 57 della Manovra, intende semplificare le procedure e migliorare il monitoraggio delle prescrizioni, integrandole nel Fascicolo sanitario elettronico.
Un’era di prescrizioni a portata di smartphone
Non è la prima volta che una ricetta diventa digitale: la ricetta rossa, per i farmaci di fascia A a carico dello Stato, è già stata dematerializzata, e l’intento è quello di estendere questa modernizzazione anche alle ricette bianche. Con il nuovo sistema, i pazienti potranno ricevere le prescrizioni direttamente dai propri medici e, come indicato nella Manovra, ritirare i farmaci anche fuori dalla propria Regione, facilitando l’accesso ai medicinali anche in caso di spostamenti.
Una novità che fa discutere
Non mancano però le voci critiche. Silvestro Scotti, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, ha sollevato dubbi riguardo alla capacità del sistema informatico attuale di sostenere un cambiamento di questa portata. Inoltre, c’è una questione importante e che fa riflettere: e tutti quegli anziani che non hanno uno smartphone o non sanno usare WhatsApp?
I farmaci di classe C: quali sono e quanto costano
I farmaci di fascia C, per i quali sarà obbligatoria la ricetta digitale, rappresentano un costo significativo per gli italiani: ogni anno, infatti, i cittadini spendono circa 3,5 miliardi di euro per questi medicinali. Si tratta di farmaci che vanno dalle benzodiazepine agli antinfiammatori come il diclofenac, dal paracetamolo ai contraccettivi, passando per alcuni antibiotici, cortisonici e farmaci per la disfunzione erettile.
Con la transizione digitale, la sanità italiana si prepara a fare un nuovo passo avanti verso l’innovazione, ma rimane da vedere come si adegueranno i cittadini, specie quelli meno abituati alla tecnologia.
12 Novembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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