EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

8 Marzo: DONNA!

La Festa della Donna

8 Marzo: DONNA!

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Il profumo della mimosa si comincia a sentire sin dalle prime ore del mattino: anche i lavavetri hanno
imparato a vendere i ramoscelli di mimosa ai semafori, un po’ avvizziti visto che, forse per il
cambiamento climatico, l’albero comincia a fiorire prima del tempo.

Ramoscelli veri, tralci finti su pacchetti di cioccolatini… la mimosa è ormai il simbolo della Festa della
Donna… pardon… della Giornata Internazionale della Donna, come si preferisce chiamarla, visto che è
la giornata dedicata alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile,
primo tra tutte il diritto al voto, e per porre l’attenzione su questioni come l’uguaglianza di genere, i diritti
riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne.

Viene associata alla Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, istituita
il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre.

Ma perché la mimosa?

Fu l’Unione Donne Italiane nel 1946 a scegliere la mimosa, si dice per tre motivi: il primo, per
disponibilità e tempismo, perché la mimosa è uno dei pochi fiori che sbocciano i primi di marzo, il
secondo perché è simbolo di forza, sensibilità, delicatezza, attributi tipici della donna, così come la sua
fioritura precoce e la sua capacità di crescere anche in terreni aridi sono simili alla capacità della donna
di resistere e rinnovarsi, il terzo, perché la mimosa è un fiore economico e quindi accessibile a tutti,
chiunque può donare questo fiore ad una donna.

Tornando alle origini della Festa della Donna, per molti anni venne fatta risalire ad una tragedia accaduta
nel 1908, quando in un incendio rimasero uccise le operaie dell’industria tessile Cotton di New York.

In realtà, questo incendio è stato confuso con un altro incendio nella stessa città, nella fabbrica
Triangle, avvenuto nel 1911 e dove si registrarono 146 vittime, la maggior parte (123) donne (molte erano
giovani immigrate di origini italiane ed ebraiche); l’episodio ebbe un alto impatto sia per le conseguenze
giudiziarie estremamente lievi per i responsabili della fabbrica, sia per le successive lotte sindacali per
la riforma delle norme relative alla sicurezza ed ai diritti dei lavoratori.

Ma in realtà, da che cosa ha origine la Festa della Donna?

Ricordiamo che tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX, nacquero, specialmente nel mondo
anglosassone, diversi movimenti che puntavano a far ottenere il diritto di voto alle donne e a garantire
loro una maggiore partecipazione alla vita politica (in America c’era la National American Woman
Suffrage Association e in Inghilterra, tra i tanti, la National Union of Woman’s Suffrage Societies), anche
se in molti consideravano queste rivendicazioni meno importanti e prioritarie rispetto alle rivendicazioni
economiche e stipendiali degli uomini.

A Stoccarda, nel 1907, durante il Congresso della II Internazionale Socialista, a cui parteciparono le più
importanti personalità marxiste del tempo (come Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, ma
anche Lenin, Martov e Jean Jaurès), vennero affrontati dei temi tra cui la questione femminile e la
rivendicazione del voto alle donne e su questo argomento il Congresso votò una risoluzione con la quale
si invitavano i partiti affinché venisse introdotto il suffragio universale alle donne.

Pochi giorni dopo si svolse invece la Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, durante la quale
fu istituito l’Ufficio di informazione delle donne socialiste e Clara Zetkin ne fu eletta segretaria.
Un altro evento fu il Woman’s Day, nel 1908, in cui si discusse dello sfruttamento operato dai datori di
lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni
sessuali e del diritto di voto alle donne; questa iniziativa però non ebbe un seguito immediato ma
successivamente decisero che si poteva organizzare una manifestazione in favore del diritto al voto
femminile.

Dopo altri eventi e manifestazioni, finalmente negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909 si svolse la
prima "giornata della donna" e durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste
(Copenaghen, 1910), si decise di seguire l’iniziativa americana anche in Europa.

Per esempio, in Germania venne indicata la data del 19 marzo 1911, in occasione della promessa (poi
dimenticata) di riconoscere alle donne il diritto di voto fatta dal Re di Prussia durante la rivoluzione del
19 marzo 1848, di fronte alla potenza di un popolo armato e la minaccia di una rivolta proletaria
(testimonianza di Aleksandra Kollontaj); in Francia come a Vienna il 18 marzo1911 (quarantennale della
Comune di Parigi), e in Svezia il 1° maggio 1911 (Giornata del lavoro).

Negli anni a seguire e prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, vennero organizzate altre
giornate in date diverse dedicate ai diritti delle donne ma non con la stessa ricorrenza e in tutti i Paesi.
Con la guerra, specie nei Paesi alleati, i movimenti legati alle suffragette decisero o di interrompere le
loro attività e sostenere apertamente gli sforzi bellici, oppure, specie quelli che si erano adoperati
precedentemente, organizzarono manifestazioni per la pace in diversi Paesi, sia belligeranti sia
neutrali, focalizzando le loro proteste sia sull’elevato numero di caduti (mariti, figli e fratelli di chi
protestava), sia sul significativo aumento del costo della vita comportato dall’economia di guerra.
In Russia nel 1917, a San Pietroburgo manifestarono le donne per chiedere la fine della guerra,
dopodiché nel 1921 fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata Internazionale dell’Operaia.

Forse la connotazione prettamente politica delle prime manifestazioni, la Seconda Guerra Mondiale e
le successive vicende in Russia possono essere il motivo per cui si perse la memoria storica delle reali
origini della manifestazione, tanto da andarle a ricercare nella tragedia dell’incendio di New York.
In Italia la prima giornata della donna si svolse nel 1922, ma il 12 marzo e non l’8, data che fu di nuovo
modificata nel 1944 dall’UDI, Unione Donne Italiane, le stesse che, come già detto, elessero la mimosa
come simbolo di questa giornata.

Ma da noi, le vere rivendicazioni femministe come Movimento vero e proprio nacquero negli anni 70, in
particolare l’8 marzo 1972 a Piazza Campo de’ Fiori a Roma si svolse una manifestazione alla quale
partecipò anche l’attrice statunitense Jane Fonda, all’epoca femminista molto attiva (noto il suo
impegno anche contro la guerra in Vietnam), che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un
folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale ventimila donne manifestarono con
cartelli chiedendo la legalizzazione dell’aborto e la liberazione omosessuale, con slogan che dicevano
che il matrimonio era una "prostituzione legalizzata" e volantini in cui si chiedeva che non fossero lo
Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l’intero processo della maternità.
Quelle scritte furono giudicate intollerabili e la polizia caricò e disperse le manifestanti.
Altro anno importante fu il 1975, definito dalle Nazioni Unite come l’Anno Internazionale delle Donne, e
l’8 marzo di quell’anno i movimenti femministi di tutto il mondo manifestarono per ricordare
l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.

Ci sono varie curiosità sulla Giornata internazionale della donna: il colore ufficiale della Giornata
Internazionale della Donna è, tra gli altri, il viola, che rappresenta la dignità e la giustizia sociale per le
donne; il tema della Giornata Internazionale della Donna cambia ogni anno, per esempio, nel 2022, il
tema è stato "Gender equality today for a sustainable tomorrow"; nel 2018, l’hashtag #MeToo è stato
utilizzato come simbolo di solidarietà tra le donne e di denuncia contro gli abusi sessuali. Il movimento
#MeToo è stato uno dei principali argomenti di discussione della Giornata Internazionale della Donna
di quell’anno.

Oggi, la Giornata Internazionale della Donna ha sicuramente perso il suo valore iniziale, ci sono sì tanti
movimenti che continuano a sensibilizzare i media sui problemi che riguardano le donne, in particolare
la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini, ma purtroppo sono tante le donne
che, coinvolte più dall’aspetto commerciale divenuto sempre più evidente, approfittano di questa
giornata per uscire da sole con le amiche per concedersi una serata “diversa” di cui altrimenti non
potrebbero fruire.

Siamo ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi di cui si continua ancora oggi a parlare, e, nonostante
siano trascorsi tanti anni di rivendicazioni, non credo che arriveremo a raggiungere una effettiva parità
di genere entro il 2030, come citano fonti ONU.

Il lavoro da fare è ancora tanto, ma crediamo che specie le nuove generazioni, cresciute con madri e
nonne che hanno vissuto il periodo caldo delle manifestazioni femminili, siano pronte a dare la svolta
finale affinché, come cita lo slogan, “l’8 marzo sia tutto l’anno”.


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Marzo 2024 © Maria Teresa Protto

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